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Perso nei miei pensieri da Pasvalerio
 

Mi osservo con attenzione, i miei occhi verdi, profondi come il mare, il mio naso, direi importante, il mio mento, maschio e forte, la mia bocca, espressiva, i miei denti, una scuderia di cavalli bianchi, i miei capelli, un oceano agitato di riccioli.

Vedo riflessa la mia faccia, ma che cosa � la faccia, una maschera, una facciata che con maestria quotidiana costruiamo e sostituiamo secondo le situazioni che viviamo.

Aggrotto la fronte, smorfie, ghigni, di paura di piacere, tutto un gioco, un voler far vedere un voler fare intendere.

I miei capelli, li tocco, li tiro indietro, li pettino tutti in avanti, mi coprono gli occhi, li separo con una riga, prima a destra, poi a sinistra, al centro, sento crescere in me il bisogno di un nuovo aspetto, voglio una maschera nuova, decido che la mia zazzera deve andare.

Esco, vago in cerca di me stesso, ma in realt� sono in cerca di un barbiere, di un posto dove vivere il mio essere uomo, voglio essere uomo in compagnia d�altri uomini.

Cammino, lo sguardo si perde tra le mille vetrine dagli sfavillanti colori a neon.

Mi abbagliano.

Stordito, mi fermo, la mano mi scivola tra i capelli, li sento folti e vivi, le ciocche corpose stridono tra le mie dita, un brivido d�eccitazione mi attraversa, un pensiero folle si fa strada in me.

Giungo finalmente al negozio del barbiere, entro, sono fortunato, mi siedo nella poltrona, era l� pronta per me, ruotata leggermente verso la porta, quasi un invito.

Sono solo con lui, un barbiere di mezza et�, esile nell'aspetto, esperto nei movimenti.

Un rito il mio, di tutti gli uomini, la mantellina � serrata, le parole si susseguono uguali e ripetitive: come li taglio.

Non rispondo, aspetto zitto e paziente, voglio che la mi capisca al volo, che legga nei miei occhi la voglia di essere rapato a zero, la mia maschera questa volta non deve avere cornice.

Mi pettina, la mano accarezza i miei capelli, poi ancora: taglio tutto!

Lo fisso, lo sfido, dalla mia bocca solo  poche parole.

Il silenzio � rotto dal ruggito della tosatrice, il freddo della lama sulla mia fronte, zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz

un passaggio netto al centro della mia testa.

i miei capelli tagliati a pelle, cadono sulla mantellina, il cuore mi si ferma, lo sguardo � perso, ho fatto una cazzata.

ormai e tardi, il lavoro deve essere completato, passaggio dopo passaggio la testa � nuda, sento l'aria fresca che mi accarezza, un fremito di piacere mi assale, vorrei che tutto questo non finisse mai.

in pochi minuti i capelli sono rasati, la mia chioma � ormai storia, vorrei gridare, la mia rabbia, le mie emozioni, non posso.

pago ed esco.

cammino perso nelle vie della citt� e nel dedalo d�emozioni dei miei pensieri.