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 Taglio necessario da Enrico - I Parte
 

Quest�anno niente ferie perch� si lavora anche ad agosto sotto il solleone. E� una gran fatica per chi come me lavora per rendere la viabilit� pi� sicura. Faccio pavimentazioni stradali, asfaltature e lavoro con un gruppo di colleghi.

Il sole e� caldissimo e si gronda sudore da mattino a sera. I miei colleghi di lavoro, per alleviare questa pena, hanno dato un taglio drastico ai loro capelli: sono tutti rasati. In questo agosto, che lavoriamo lontani da casa, la sera pernottiamo nello stesso albergo e loro organizzano delle sedute di �RASATURA� come le chiamano loro, dove si radono il cranio reciprocamente...

Io sono la pecora nera. Pecora perch� di capelli ne ho moltissimi e lunghi, praticamente a mezza schiena, e Nera perch� i miei capelli sono corvini.

Ogni volta che si tiene la seduta di rasatura vengo invitato. Naturalmente tutti non vedono l�ora di far ronzare la tosatrice sulla mia testa, ma io resisto e soprattutto sopporto il caldo ed il sudore anche se � molto faticoso Effettivamente l�assedio ai miei capelli � principalmente dovuto al fatto che, essendo mediamente giovani, anche loro vorrebbero tenere capelli lunghi, ma, a causa del sole e del caldo che si piglia sulla strada, sono costretti a rinunciare.

Sono ormai anni che resisto, sono un irriducibile del capello lungo�. Tuttavia gli anni avanzano e il mio timore e� che qualche capello bianco cominci ad apparire. In quel caso la mia convinzione e quella che sia necessario rinunciare al capello lungo a favore di un qualcosa di pi� serio.

Quest�anno per� e� veramente caldo� le giornate sono interminabili. Sono un paio di giorni che e� irresistibile. Il sudore mi scorre sulla fronte, dalle tempie. I capelli sono legati in una coda che si appoggia sulle spalle. La nuca e� sudata ed i capelli umidi.

Con il polso mi asciugo la fronte e con la mano mi alzo la coda e faccio respirare la mia nuca� i miei colleghi mi guardano bisbigliano fra loro e ridono� poi uno di loro mi dice � �macche... sto caldo ti sciupa l�acconciatura� ?� e gi� tutti a ridere come pazzi.

Lo so � scherzano� ed io accetto di buon grado. Ad un certo punto si avvicina Marco l�ultimo assunto. La sua rasatura si riferisce a 20-25 giorni prima proprio ad inizio lavoro e, sebbene non fosse per nulla contento, ha deciso di prendere la decisione di rasarsi a zero. Lui con quella faccia ancora da ragazzo mi dice: �Ma perch� non ti tagli i capelli? Qui sotto questo sole e� solo una sofferenza e basta�. Io gli rispondo, aprendomi un po� con lui: �Hai ragione Marco, ma vedi oramai sono molti anni che porto i capelli lunghi, li curo eppoi mi piacciono e �. � indugio un po� e poi ammetto �e la verit� e� che non ho il coraggio di andare dal barbiere a tagliare, anche se so che sarebbe la cosa pi� giusta da fare�. Marco sorridendo risponde :�Dai ma  che vuoi che sia � mica detto che te li devi fare a zero� e� sufficiente accorciarli per bene in modo che non ti diano pi� fastidio� poi prendendomi la coda mi dice  : �e che te ne fai di questa� l�ho portata anche io per un po� di tempo ma oramai non e� neanche pi� di moda� �. Io scuoto la testa: �Ma mi ci vedi col testone e con i capelli tutti corti. Sembro un marines � e Marco: �Dai guardati intorno, non noi della squadra, ma gli altri passanti, guarda quanti ne vedi con la coda bella come la tua ... la verit� e che con quella lana sulla testa sei out�. �.

Marco, con la sua franchezza, era stato molto diretto e sincero. Effettivamente quella capigliatura piaceva solo a me. 

La giornata scorre e finalmente arrivano le sei e si smonta.

La sera si va a cena tutti assieme, io ancora in preda al caldo continuo a sudare. Marco e seduto poco lontano da me ed ogni tanto ci incrociamo con gli occhi.

Rientriamo in albergo e proprio l� alla reception ci troviamo vicini per chiedere le chiavi delle stanze. Lui mi chiede: �Hai deciso di soffrire ancora per molto?� ed io rispondo con un sorriso. Lui mi ripete la domanda insistente ed io rispondo �Tu che dici?�. Marco allora mi guarda con aria di sfida e dice: �Dico che domani sera alle 18:30  si va dal barbiere e si tagliano questi cazzo di capelli�.

E� come una pugnalata e, paralizzato, non riesco a rispondere. Marco aveva decretato la fine dei miei capelli. Io avevo perso il controllo di me stesso. Lo guardo prendo la chiave e vado in camera.

La notte fa caldo e non riesco a dormire. Penso a Marco, ai capelli, al barbiere ed al taglio. Passo la notte insonne. Mi alzo verso le 3 vado nel bagno e davanti allo specchio faccio qualche prova. Mi tiro dietro i capelli per vedere come sto con un taglio corto. Li controllo, mi pettino. Forse e� davvero il momento di tagliarli� in me si fa avanti questa idea. Marco forse ha ragione...

Il giorno dopo ancora un caldo terribile. Con Marco ci lanciamo sguardi, poi lui si fa sotto e mi dice: �Allora 18,30 ti aspetto, andiamo dal barbiere che e� sulla piazza vicino all�albergo�. Io avevo ben presente quale parrucchiere era perch� spesso ci ero passato davanti ed avevo guardato distrattamente. Uno anni 70 con 2 barbieri quasi coetanei sull�anziano ! in pratica uno strazio, due "tosapecore", a cui, in condizioni di lucidit� mentale, non avrei mai dato i miei capelli neanche da pettinare. A Marco rispondo un po� incerto: �Ma scherzi ... dai ... �. Mentre parlo Marco sorride e mi guarda e per prendermi in giro annuisce come per darmi ragione su quello che stava dicendo. Farfugliavo incerto, stavo lentamente cedendo, non ero pi� convincente sulle motivazioni a tenere i capelli lunghi. Marco lo capisce, mi tocca la coda e ride: �Ahi ahi ahi cara coda �  forbici in vista� �.

La giornata termina e si rientra in albergo. Faccio la doccia ed esco a fare un giro evitando l�appuntamento fissato da Marco alle 18: 30 per il barbiere� Vado in centro, nella piazza. L�idea di un taglio di capelli si fa forte, ma come tagliare? A macchinetta. noo troppo drastico� a forbici � si ma la coda me la taglieranno tutta. Sarebbe meglio almeno scoprire il collo. Cazzo sono in confusione, cammino e penso. Arrivo vicino al negozio di barbiere di cui mi aveva parlato Marco. C�e un signore seduto, dovrebbe essere il barbiere. Il negozio e� essenziale e poco invitante. Rimango l� davanti e penso. Non voglio entrare, non mi piace e non sono pronto, per� posso vedere se trovo un altro parrucchiere, magari unisex� nel mentre che sono l� a pensare mi sento prendere dalle braccia � faccio un salto� non capisco� riesco a dire: �Ma che ... cazz...�. .

Erano Marco e Giorgio che di peso mi portano dentro il negozio del barbiere.

continua