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Prima volta dal barbiere da solo da Enrico - I� Parte
 

Questo e� il racconto della mia prima volta da solo dal barbiere. E� stato un evento molto importante segno che stavo crescendo e che cominciavo a badare a me stesso.

Non e� andato proprio tutto liscio come io avrei voluto � sono gli incerti delle prime volte � e anche la scelta del barbiere non e� stata fra le pi� felici.

Siamo nel 1978 in un paesino del nord Italia di circa 6000 abitanti. Nella comunit� erano presenti 3 parrucchieri per uomo:

Armando: era un negozio, abbastanza moderno, per quegli anni, con 3 parrucchieri che ci lavoravano; due durante la settimana ed un terzo il sabato. Quest�ultimo era quello pi� richiesto dagli adolescenti di quegli anni.

Mino: anche questo era un negozio abbastanza moderno; lui era sulla quarantina ed era il barbiere dove abitualmente mio padre mi portava

Napoli: non so perch� si chiamasse cosi, ma lui non arrivava da Napoli. Questo era un negozio vecchio con due sedie da parrucchiere. Frequentato per lo pi� da anziani, nonni e nipoti che avevano la sventura di capitare sotto la sua forbice.

La mia scelta era obbligata verso uno dei 3. Ed avevo gi� un�idea piuttosto chiara.  Da Mino non volevo pi� andarci , sebbene fosse amico di mio padre e mio parrucchiere da tempo ogni volta mi ranzava alla grande. Armando era quello migliore, se poi riuscivo a farmi tagliare i capelli dal parrucchiere pi� giovane sarebbe andata alla grande perch� mi avrebbe fatto un taglio alla moda come portavano alcuni ragazzi pi� grandi di me. Certo e� che il sabato era sempre strapieno quel negozio. Il terzo parrucchiere, Napoli, non mi ispirava per nulla. Conosceva molto bene mia madre e lei pi� volte mi voleva portare li.

A quella et� ero un ragazzino un po� difficile da portare dal barbiere.
La solfa andava avanti per settimane � mio padre si sfiancava: �Andiamo!� ed io �No dai vado con il nonno� e poi col nonno non andavo� Oramai era diventata una ossessione. Mi lasciavano crescere i capelli poi si lamentavano con amici, nonni del fatto che era impossibile portarmi dal barbiere.  Ogni volta che rimanevo dai nonni o da zii o da amici tutti provavano a portarmi dal barbiere cosi avrebbero dimostrato ai miei che loro erano riusciti a convincermi.

Io vivevo un�ossessione perch� non mi fidavo di nessuno. Non volevo andare a casa di nessuno caso mai ci trovassi un parrucchiere� Questo e� accaduto una volta in occasione di una visita da amici con mia madre. Dopo una mezzora che eravamo l� l�amico, improvvisato parrucchiere, aveva tirato fuori pettine e forbici pronto per farmi un bel lavoro reso poi impossibile dalle mie urla.   Sembra strano a raccontarsi, ma e� la pura verit�.

Alla fine questa era la prima volta da solo. Non ricordo come avessi i capelli, ma ricordo che erano lunghi anche perch� la decisione si trascinava da pi� di un mese. Ricordo chiaramente che, per la prima volta avevo i capelli lunghi sul collo. Mio padre, la volta precedente, aveva chiesto a Mino di non farmi la sfumatura con la macchinetta e Mino non ne era particolarmente entusiasta perch� mi vedeva sulla strada dei capelloni.

E� un sabato di maggio e sono quasi le 2 del pomeriggio parto per andare dal barbiere. Scelgo di andare da Armando con la benedizione di madre e padre.

Arrivo dal negozio e mi avvicino alla porta per entrare sono deciso come non mai e calcolando i precedenti e� abbastanza strano � Appena arrivo sulla porta a vetro e appoggio la mano per entrare guardo all�interno e vedo che ci saranno circa 10 persone che aspettano. Faccio una smorfia di stupore e torno indietro senza entrare.

Che figura! Quelli che erano dentro avranno visto un ragazzino che arriva sulla porta si spaventa e se ne va; questa era la sintesi.

E adesso che fare? Che alternative c�erano�. Era semplice � o rientravo da Armando e affrontavo la figura fatta precedentemente oppure da Mino o da Napoli. Non voglio affrontare la figuraccia quindi mi prende lo sconforto perch� non voglio andare da nessuno dei due. Non sono barbieri per me�

Passo una mezzora, ma non risolvo niente� il taglio si deve fare e se torno a casa con i capelli lunghi e la volta che me li taglia mio padre.

A malincuore provo ad andare da Mino. Anche lui e� pieno. E� un sabato! A quell�epoca i barbieri per uomo erano sempre pieni di gente. Costavano un po� meno e la gente li frequentava pi� spesso, a parte i capelloni.   Ogni tanto qualcuno fra le mani del barbiere ci capitava, ma in quegli anni era guerra aperta: capelloni contro barbieri.

Vado a vedere da Napoli, l� la cosa e� pi� difficile perch� sulla porta di ingresso ci sono le tende. Arrivo davanti e guardo, fortunatamente la porta e� aperta e riesco a vedere all�interno. C�e solo una persona che si sta facendo tagliare i capelli ed e� il nonno di un mio amico.

Senza pensarci entro �.  O la figuraccia da Armando o Mino o quello. Quindi scelgo quello che per me sembra il male minore.

Saluto il barbiere e il signore che si sta facendo tagliare i capelli e, in modo disciplinato, mi siedo sulla sedia ad aspettare il mio turno.

Il signore mi riconosce e mi chiede come va; poi  aggiunge qualche complimento e  dice al barbiere : �ha visto come crescono questi ragazzini .. oramai fanno tutto da soli .. vengono soli dal barbiere�;  il barbiere risponde:  �si me ne capitano diversi che vengono qui da soli. Sono ragazzini svegli e sanno quello che vogliono!�. Poi si gira a guardarmi e mi chiede se sono il figlio di una signora che lui conosce. Aveva capito chi ero e gli risposi di si . Lui sottoline� con approvazione: �Bene! ��. Praticamente ero l�unico cliente della mia famiglia che andava per la prima volta da lui. Tutti andavano da Mino e qualcuno da Armando.

Prendo un giornale e leggo. Sono tranquillo, non ho paura. Mi viene in mente che da quel parrucchiere va anche Stefano un mio compagno di scuola.  A lui fanno i capelli sempre cortissimi, ma, lui mi dice, e� perch� i suoi capelli sono ricci e se crescono si gonfiano.

Il barbiere finisce ed il signore si alza paga e se ne va. Rimasti soli , il barbiere si rivolge verso di me e con tenerezza mi dice: �Dai vieni � tocca a te!�.

CONTINUA